L’Olocausto è una delle pagine più buie della storia dell’umanità. Le testimonianze dei sopravvissuti sono un’importante fonte di informazioni su questo orribile periodo, ci guidano verso una maggiore consapevolezza storica e forniscono una descrizione precisa di ciò che veramente è avvenuto nel corso del progetto nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico (e non solo).
Offrono l’opportunità di entrare nelle vite dei sopravvissuti, di ascoltare le loro storie e di comprendere meglio le drammaticità che hanno affrontato.
Ci sono state varie opere di narrativa e di cinema che hanno cercato di rappresentare l’orrore di quegli anni tra cui, appunto, romanzi e film. Tuttavia, salvo qualche eccezione, la maggior parte di tali opere sono piuttosto inutili. Molti di questi romanzi e film tendono a essere fantasiosi e non realistici e il loro scopo sembra essere quello di suscitare sentimenti anziché offrire una rappresentazione accurata della tragedia. E questo è un problema, poiché i lettori o il pubblico sono esposti a una versione distorta della realtà. Inoltre, molte di queste opere sono di autori non direttamente coinvolti nell’Olocausto e che quindi non possono fornire un punto di vista autentico sull’argomento.
Un altro dei problemi riguardanti i romanzi sull’argomento è che tendono a sfruttare la tragedia per i loro scopi letterari. Gli autori sono spesso più interessati alla narrazione e alla costruzione di personaggi che a rappresentare con accuratezza l’orrore di quell’epoca.
A tal proposito, vi suggerisco la lettura del libro della Senatrice Liliana Segre ed Enrico Mentana, La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah (Rizzoli), per cui ho scritto anche una riflessione che potete leggere cliccando qui. Come è riportato nella testimonianza della Senatrice Segre, alcune pellicole cinematografiche (come anche alcuni libri) purtroppo non sono una ricostruzione storica ma presentano molti elementi romanzati. Soprattutto nel caso de La vita è bella, di Roberto Benigni, possiamo definire il film una vera e propria favola: nel lager era impossibile nascondere un bambino, così come era impossibile parlare al megafono alla propria moglie che si trovava nella sezione femminile. Questo fa sì che vengano diffuse informazioni errate e che si creda che quanto proposto in quelle scene possa essere accaduto realmente o che, all’interno del lager, fossero possibili determinate azioni.
Per questo motivo è fondamentale leggere storie vere sulla Shoah o guardare documentari autentici, per ricordare che quell’evento in cui sono state distrutte milioni di vite è accaduto, come testimoniato dai sopravvissuti. Le testimonianze ci aiutano a comprendere la complessità delle motivazioni che hanno portato all’Olocausto affinché non accada mai più.