Jan Karski l’uomo che scoprì l’Olocausto, di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorsi – Recensione-

Certe storie meritano rispetto perché sono storie di persone e non di personaggi

-Marco Rizzo-

Questa è una di quelle; una storia incredibile realmente accaduta.

Da studiosa del secondo conflitto mondiale e in particolare della Shoah, sono sempre alla ricerca di testi nuovi per approfondire le mie conoscenze. Una delle domande che spesso mi sono posta è come fosse possibile che nel corso del conflitto nessuno sapesse dei campi di concentramento e dell’orrore che ogni giorno, costantemente, avveniva in quei luoghi.

Una risposta abbastanza esaustiva l’ho trovata tra le pagine del libro di cui mi accingo a parlarvi: Jan Karski, l’uomo che scoprì l’Olocausto.

Si tratta di una graphic novel scritta da Marco Rizzo e illustrata da Lelio Bonaccorso, edita da Rizzoli Lizard.

Polonia, 1940. Jan Karski è un militare cattolico attivo nella Resistenza a cui viene affidato, da parte dei leader delle organizzazioni ebraiche, il ruolo di portavoce per informare gli Alleati di quanto stesse accadendo al popolo ebraico nel suo Paese e della continua lotta dei polacchi contro quella terribile condizione.

Da quel momento e per i due anni che seguirono, Jan si fece carico di un compito che lo vide protagonista di vicende incredibili attraverso lunghi e pericolosi viaggi nell’Europa in guerra.

Sopportò fino allo sfinimento le torture delle SS senza mai rinunciare alla sua missione; riuscì ad entrare e poi anche ad evadere dal ghetto di Varsavia dove assistette alla violenza più inaudita, sconvolto dalle condizioni in cui versavano gli ebrei e dalle atrocità che venivano consumate davanti ai suoi occhi.

Le tavole a colori, illustrate da Lelio Bonaccorsi, sono di grande impatto visivo ed emotivo. Più volte mi sono soffermata ad osservare i dettagli dei disegni e le sfumature dei colori, incentrate sui toni del tortora, marrone e grigio che riescono a descrivere chiaramente al lettore le atmosfere cupe e fredde delle scene: in alcune mi è sembrato quasi di poterne avvertire il gelo; e non solo per via delle condizioni climatiche.

Molto interessanti anche le pagine sugli “studi dei personaggi” che arricchiscono quest’opera con con gli schizzi a matita dei vari personaggi della storia.

Jan sfuggì anche ai bombardamenti per riuscire a portare la sua testimonianza, quella verità inimmaginabile al cospetto delle grandi potenze mondiali, fino a giungere alla Casa Bianca, nel 1943, davanti a Roosvelt e Churchill dove, però, la sua importante denuncia fu accolta con indifferenza, mettendone in dubbio anche la credibilità per dare considerazione e priorità solo alle strategie di guerra e agli interessi politici.

Perché io non riesco a credere che un giovanotto non addestrato, non appartenente ai servizi segreti e finito in trincea per puro caso, possa aver vissuto tutto quello che ci ha raccontato

Non gli restò che affidare le sue memorie alle pagine di un libro per poi ritirarsi a vita privata; anche se passò ogni notte insonne pensando a tutta l’indifferenza ricevuta e a come fosse possibile che l’uomo potesse essere così meschino.

Sarà dimenticato per decenni fino a quando il regista Claude Lanzmann inserisce la sua testimonianza nel documentario Shoah, nel 1985.

Gli Autori di questa graphic novel riportano alla luce una figura ingiustamente dimenticata, come affermano nel testo: “Ci siamo offerti come mediatori di una complessa e ricca storia che merita di essere scoperta o riscoperta. Starà a voi dire se siamo riusciti nel nostro intento“.

Sì, per me ci siete riusciti. Ed è per questo che anch’io ho voluto dedicare uno spazio a questa storia contribuendo alla sua diffusione, affinché possa essere conosciuta da tutti e affinché l’indifferenza degli Alleati di fronte al genocidio degli ebrei non sia dimenticata.

So benissimo che molti non mi crederanno o non riusciranno a credermi e preferiranno pensare che mi sia inventato tutto, che abbia esagerato. Certo, non sono in grado di produrre prove, o fotografie, ma posso dire che ho visto ogni cosa con i miei occhi e ciò che scrivo corrisponde a verità

Per ulteriore approfondimento gli Autori consigliano la lettura degli sconvolgenti diari di Jan Karski nel libro La mia testimonianza davanti al mondo (a cura di Luca Bernardini, Adelphi, 2013) e anche Il testimone inascoltato (di Yannick Haenel, Guanda, 2010).

Marco Rizzo, nato a Trapani, è giornalista, traduttore e sceneggiatore di fumetti.
Il suo “Ilaria Alpi, il prezzo della verità” (BeccoGiallo), ha vinto il Premio Micheluzzi come Miglior Fumetto.
Per Castelvecchi ha pubblicato il libro-inchiesta “Supermarket Mafia”.
Con Lelio Bonaccorso ha firmato “Que viva el Che Guevara”, “Peppino Impastato: un giullare contro la mafia” (BeccoGiallo), insignito del Premio Giancarlo Siani e del Premio Pino Zac, e “Gli ultimi giorni di Marco Pantani”, entrambi editi da Rizzoli Lizard.
Lelio Bonaccorso, nato a Messina, è fumettista e insegnante presso la Scuola del Fumetto di Palermo. Ha collaborato con vari editori italiani e francesi oltre che con Marvel e DC Comics. Con Marco Rizzo è autore di “Peppino Impastato, un giullare contro la mafia”, “Que Viva el Che Guevara” e “Gli ultimi giorni di Marco Pantani” (Rizzoli Lizard)
Informazioni su Simona Colletta 227 Articoli
Sociologa Consulente in Culture Digitali e della Comunicazione | Life Coach certificato | Lifestyle Blogger

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*