Titolo: I miei sogni mi appartengono. Lettere della donna che reinventò la paura
Autrice: Mary Shelly
Curatore: Marco Federici Solari
Editore: L’Orma Editore
Collana: I Pacchetti
Pagine: 62
IL LIBRO
Si tratta di un libro breve diverso dal solito perché è stato realizzato in modo da poter essere spedito. La sua particolare copertina, infatti, presenta una sovraccoperta che, con poche e semplici piegature, si può trasformare in una bustina pronta per essere spedita. Vi é un lato in cui inserire i dati del destinatario, lo spazio per l’affrancatura e quello per scrivere il vostro messaggio, come per una normale cartolina.
LA COLLANA
Quest’opera fa parte di una Collana, I Pacchetti, ovvero una raccolta di lettere inedite di alcuni dei massimi esponenti della Letteratura, della Arti e della Storia di ogni tempo.
Secondo me sono anche delle ottime idee regalo perché hanno una veste tipografica originale ed elegante, oltre a racchiudere delle selezioni esclusive di lettere.
L’AUTRICE
Mary Shelley (Somers Town, 30 agosto 1797- Londra, 1 febbraio 1851), in origine Mary Wollstonecraft Godwin, nasce già in un contesto letterario poiché la madre, Mary Wollstonecraft, che morì pochi giorni dopo la sua nascita, fu una delle prime teoriche dei diritti delle donne ed il padre, William Godwin, era un filosofo libertario.
Acquisì il cognome “Shelley” da colui che inizialmente fu il suo amante, il poeta romantico Percy B. Shelley, già spostato e con una figlia. Ovviamente, all’epoca, questa relazione fu uno scandalo, soprattutto dopo la loro fuga d’amore. Si sposarono nel 1816 dopo il suicidio della moglie di Shelley.
Fu una donna brillante, di grande intelligenza e coraggiosa ,sia considerando il tempo in cui visse e le conseguenti difficoltà di affermarsi in quella società, sia per la sua esistenza costellata da lutti, malattia e tragiche gravidanze.
Allo stesso tempo anticonformista e fragile, desiderosa di vivere tutte le libertà e i piaceri che la vita poteva offrire, iniziò con il suo amato poeta quello che possiamo definire una grande avventura tra la passione per alcuni luoghi dell’Italia e le frequentazioni con personaggi del calibro di John Keats e Lord Byron.
« […] la nostra felicità più grande sarà in Shelley: io lo amo teneramente con tutto il mio cuore, la mia vita è appesa al filo del suo sguardo, la mia anima è chiusa nel suo abbraccio; tu sei suo amico sincero e saprai renderlo felice… no, non avremo bisogno neanche di provarci perché ogni nostro gesto lo renderà felice senza bisogno di sforzo o intenzione ».
LE LETTERE
Le lettere raccolte in questo piccolo volume sono degli estratti che sono stati tradotti in italiano e, ogni tanto, sono alternati da commenti esterni che spiegano i vari avvenimenti narrati nelle epistole.
I destinatari sono vari e l’autrice li informa circa il suo quotidiano, il proprio stato e su alcune circostanze importanti della sua vita, come l’ultima, in cui scrive dell’evento più terribile che le potesse accadere e che, se non siete a conoscenza della biografia di Mary Shelley, preferisco non anticipare per non rovinarvi il piacere della lettura.
« Mia cara Gisborne, ho scritto in una lettera a Peacock che ti avrei mandato un qualche resoconto degli ultimi orribili mesi della mia vita devastata. […] Sul palcoscenico della mia esistenza è calato il sipario e nessun piacere accompagna la ricostruzione delle scene che hanno preceduto l’evento che ha infranto ogni mia speranza… »
Insolito ed inaspettato il racconto di come fu concepito Frankenstein, il noto romanzo gotico del 1818 che la portò alla fama. Anche in questo caso non aggiungo altro perché queste missive, a mio avviso, devono essere “scoperte” dal lettore un po’ alla volta per apprezzare pienamente l’originalità dell’autrice.
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