È uscito il nuovo singolo di Michele Pecora, si intitola “E la vita torna” – L’intervista

E la vita torna” è il nuovo singolo di Michele Pecora che anticipa l’uscita del prossimo album.

Il brano racchiude un messaggio di speranza ed è stato scritto dall’artista prima dell’emergenza sanitaria e, per questo motivo, oggi giunge attuale in un momento in cui c’è bisogno di sostegno e di forza per ricominciare.

Con il suo stile inconfondibile, delicato ed elegante, Michele Pecora riesce sempre a trasmettere emozioni intense infatti, oltre ad essere un cantautore, è definito “artigiano delle parole“.

Debutta nel 1977 vincendo il Festival di Castrocaro con il brano “La mia casa”. In quegli anni, firmando un contratto con la Warner, inizia la sua brillante carriera musicale. Era, infatti, il 1979 quando arriva il successo di “Era lei” che, ormai, è tra i grandi classici della musica italiana, così come anche l’indimenticabile “Te ne vai“, del 1980.

Nel corso degli anni si è affermato anche come autore: molti sono stati gli artisti che hanno interpretato le sue canzoni, tra cui Barbara Cola e Lighea. Quest’ultima, nel 1995, partecipa a Sanremo interpretando “Rivoglio la mia vita“, canzone per cui Michele Pecora figura sia come autore, sia come direttore d’orchestra.

Nell’intervista che segue abbiamo parlato del nuovo singolo e, tra le altre cose, anche del successo della canzone “I Poeti”, ottenuto ad “Ora o Mai Più“, trasmissione di Rai1 condotta da Amadeus.

So che hai composto il nuovo singolo, “E la vita torna”, in tempi non sospetti. Come è nato questo brano?

Il brano è nato subito dopo l’estate scorsa, a settembre del 2019, dalla riflessione e dalla consapevolezza che nella vita ho sempre riscontrato questo: nonostante ci metta davanti a prove difficili e complicate dove, a volte, facciamo fatica a trovare una via d’uscita, ci crea però anche delle opportunità, delle occasioni. Molte volte, proprio quando siamo più in difficoltà, è proprio quello il momento in cui non ci accorgiamo che sta nascendo un’altra cosa che di lì a poco scopriremo. Da questa riflessione nasce questa canzone che parla di speranza e di rinascita che, casualmente, sono i sentimenti più diffusi in questo periodo dopo quello che abbiamo attraversato.

Tu come hai affrontato questi mesi difficili?

Dopo un primo momento di disagio e di sconcerto, alla fine l’ho affrontato bene. Secondo me è stata anche un’opportunità per ritrovare delle cose che avevamo sempre trascurato per la vita frenetica. Quindi, tutto sommato, alla fine è stata un’occasione per stare più vicini alle persone care ed è passato abbastanza bene perché alla fine siamo stati in casa e non in una condizione di disagio estremo. Un’altra cosa che ho fatto è quella di andare a riscoprire dei brani che avevo lasciato lì abbozzati e che non avevo mai avuto il tempo di riprendere, ho portato a termine tante cose.

Sei, inoltre, reduce dal grande successo di “Ora o Mai Più”; come è stato rimettersi in gioco in questa avventura?

È stato molto piacevole da una parte e dall’altra un po’ difficoltoso perché è una televisione diversa da quella che io ero abituato a fare. Ti metti in gioco completamente sia dal punto di vista artistico, sia da quello umano perché, attraverso tante puntate, viene fuori anche la persona, le sue sensazioni ed emozioni, le paure. Il programma ha un senso molto nobile che è quello di andare a recuperare un patrimonio artistico di chi aveva lasciato una traccia negli anni, ridandogli una seconda opportunità. Io l’ho giocata al meglio perché, al di là di tutto il percorso fatto con gli amici dei “Ricchi e Poveri”, Angela e Angelo, ho contato molto sulla canzone che poi alla fine ha generato un momento di grande entusiasmo. Quando è arrivato questo brano, “I poeti”, nello studio è scesa un’atmosfera quasi magica e ciò mi ha confermato la grande forza che può avere una canzone. È chiaro che la TV non ti ridà il successo discografico ma la visibilità e, soprattutto, ti fa scoprire da chi non ti conosceva e ritrovare da chi invece già ti conosceva. Il successo discografico dipende dalla bella canzone e dalle radio che poi possano diffonderla.

Cosa pensi della musica attuale, ci sono degli artisti ascolti, che ti piacciono?

Nella musica attuale penso che ci siano delle cose interessanti e parte di un linguaggio che sostanzialmente è cambiato e che appartiene a questo tempo. Io sono uno sperimentatore, uno che guarda molto al presente e al futuro e devo dire che nei testi di tanti rapper o trapper ci sono delle cose molto belle: una forma di descrizione poetica con un linguaggio molto immediato. Poi ci sono tanti aspetti da considerare ma questo riguarda tutte le epoche della musica. A livello di cantautori direi che Ultimo è uno di quelli che mi affascinano moltissimo perché è un misto strano di una grande tradizione cantautorale nel senso più classico del termine ma con una grande innovazione sia vocale, sia di esposizione dei concetti. Direi che lui, forse, è il grandissimo talento di questi anni.

Hai esordito nel 1977 e, ad oggi, hai attraversato pagine importanti della storia della musica; è difficile stare al passo con i tempi?

È complicato. Non è facile perché molte volte gli artisti si legano molto al loro periodo in cui magari hanno avuto successo e possono rischiare di vivere di nostalgia per il resto della vita e, secondo me, questa è una cosa che non va fatta perché tra i doveri di un artista c’è quello di rimanere aggiornato. La scrittura può restare quella, ma ciò non toglie che puoi adottare una forma di linguaggio rispettando quella che è una tua prerogativa senza stravolgere nulla ma con una modernità che può consentire di continuare a fare questo mestiere. Questa, purtroppo, è una caratteristica che riguarda un po’ gli artisti degli anni ’60 e ’70, molti sono rimasti fermi a quel periodo quasi rifiutando tutto ciò che è arrivato successivamente. Qualche volta io provo anche a “rappare”, non appartiene alla mia cultura però ci provo, mi piace.

Il nuovo singolo anticipa l’uscita dell’album, puoi dirmi qualcosa in più su questo nuovo lavoro?

L’album è composto da nuovi pezzi scritti nell’arco di circa un anno ed è quasi pronto; avevamo interrotto gli ultimi ritocchi a causa dell’emergenza sanitaria ma lo riprenderemo adesso. Affronta diversi temi ma, soprattutto, la mia possibilità di osservare il mondo in tutti questi anni, qualche volta da spettatore e qualche volta da protagonista: dalle sensazioni, come ne “E la vita torna”, o come “I poeti” ad affrontare il tema della migrazione che non riguarda solo un fatto politico, economico e sociale, ma riguarda proprio la natura umana. L’uomo migra da sempre e quindi si dovrebbe rivolgere un’attenzione diversa verso chi cerca veramente una soluzione ai propri problemi o anche soltanto di realizzare un sogno.

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Sociologa Consulente in Culture Digitali e della Comunicazione | Life Coach certificato | Lifestyle Blogger