Alex Uhlmann e il suo progetto da solista: il frontman dei Planet Funk e direttore artistico di The Voice racconta a Primer la sua nuova avventura – L’intervista

Si chiama Paris or Rome ed è il singolo che lancia il debutto da solista di Alex Uhlmann, il cantautore lussemburghese già frontman dei Planet Funk e direttore artistico di The Voice.

Alex Uhlmann è sicuramente un artista che ha lasciato il segno in tutta Europa: dischi d’oro e di platino in Italia, importanti riconoscimenti a Berlino e nel Regno Unito dove, tra l’altro, si trasferì a soli 18 anni per immergersi totalmente nel mondo della musica. Ha vissuto a Londra, Parigi, Berlino, Milano e ciò gli ha consentito di ampliare costantemente le sue capacità ma anche di lasciare una importante impronta musicale.

The Great Snake con i Planet Funk è stato certificato disco d’oro e, con la band, nel corso di tre anni ha suonato in più di 200 concerti in Europa. Dopo numerosi progetti e collaborazioni e affermandosi come cantautore, cantante, produttore e DJ, quest’anno inizia un nuovo capitolo della carriera artistica di Alex Huhlmann. Il 21 maggio uscirà anche il prossimo brano; la pubblicazione dell’EP Home è invece prevista per settembre.

Ecco cosa mi ha raccontato durante la nostra piacevole chiacchierata:

Ciao Alex, benvenuto su Primer e grazie per la tua disponibilità.

Grazie a te, è un piacere esserci.

Cosa ti ha spinto a intraprendere anche la carriera da solista?

Ho compiuto 40 anni poco tempo fa. Faccio musica da sempre. Quasi sempre all’interno di gruppi o in feauturings. Con il lockdown, che mi ha dato molto tempo per pensare e scrivere, ho realizzato che ero pronto a mettermi a nudo veramente con le mie canzoni. Mi sentivo pronto e sono contento di questa scelta, anche se continuerà comunque sempre a piacermi lavorare anche in team.

Sei musicalmente cresciuto tra Londra, Berlino, Milano e Parigi. Il nuovo singolo “Paris or Rome” si riferisce, quindi, a un viaggio costante o a dei punti di arrivo? Mi racconti come è nato?

Essendo nato in Lussemburgo da genitori tedeschi non ho delle radici ben definite. E quindi penso che inconsciamente abbia sempre cercato di trovare un posto in cui vivere che mi facesse sentite “a casa”. Così ho cambiato città praticamente ogni due anni fino ad oggi. Quando ho scritto “Paris or Rome” stavo proprio pensando alla prossima tappa della mia vita. Invece che Parigi o Roma è poi diventata Milano e Berlino. Del resto ho realizzato, oggi, che non conta dove vivo o di dove sono ma conta quello che faccio ogni giorno per essere felice. Ed è la musica.

Il tuo nuovo EP da solista, “Home”, esce quest’autunno, anticipato da un nuovo singolo a maggio; con i Planet Funk, invece, ci sono dei progetti futuri? Quanto è stato importante per te il gruppo?

Per me Planet Funk e stato una esperienza molto importante, sia musicale che umana. Ho imparato tanto e grazie a loro ho scoperto veramente l’Italia in tutta la sua bellezza. C’è stata una fase durante la quale ero l’unico cantante del progetto ed eravamo una vera band che andava in tour a suonare ovunque. La morte di Sergio Della Monica, che per me fu un mentor, ha cambiato tante cose. Ma oggi ho sempre il mio posto nel collettivo di Planet Funk e ne sono felice, quindi non escludo altra musica con loro.

Parliamo anche un attimo di talent, dato che hai assunto un ruolo molto importante, ovvero quello di direttore artistico di The Voice. È difficile trovare dei giovani veramente talentuosi che possano seguire una carriera artistica durevole nel tempo? E inoltre, qual è la tua visione, oggi, sulle nuove proposte della musica? C’è qualcuno che segui, che ti piace?

Sì, è sempre più difficile perché ci sono tanti talent e quindi e più difficile trovare gente valida che non abbia già partecipato ad altri talent.
Però la colpa non è della televisione, anzi. Quando io ero giovane potevo suonare anche cinque volte a settimana in pub/club diversi. Oggi dove sono queste opportunità per i giovani? Quindi è una fortuna che ci siano i talent che ti possono aiutare a bruciare un po’ di tappe nella carriera e farti conoscere!
Quanto al panorama italiano, in questo momento  mi piace ascoltare Coma Cose, La Rappresentante di Lista, Joan Thiele, Greta Zuccoli e Violetta Zironi.

Quando si sceglie di intraprendere una carriera nel mondo della musica è fondamentale seguire un percorso di studi accademico? Tu come hai iniziato?

Ho iniziato studiando pianoforte, a 7 anni. Ho preso lezioni per alcuni  anni, anche di chitarra, ma non mi considero un grande musicista; però sicuramente mi aiuta nella fase di scrittura dei pezzi.
Quindi penso che non sia “fondamentale” lo studio accademico, ma di sicuro è molto utile.

Mi puoi anticipare qualcosa sul tuo nuovo EP? Gli altri pezzi seguiranno la scia di “Paris or Rome” o ci dobbiamo aspettare anche altro?

Sì, i brani seguono questa scia, anche se non mancheranno elementi elettronici. Del resto non li voglio rinnegare!

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Sociologa Consulente in Culture Digitali e della Comunicazione | Life Coach certificato | Lifestyle Blogger