Dodi Battaglia: una quarantena di solidarietà, impegno per sostenere il settore dello spettacolo e una sorpresa per i fan – L’intervista

dodi battaglia

In questi mesi di grave emergenza sanitaria sono numerosi gli artisti che scendono in campo per la solidarietà.

Tra questi c’è un pilastro della storia della musica italiana, Dodi Battaglia, che da sempre supporta le iniziative a favore dei più deboli.

IL PROGETTO

Nell’intervista che segue abbiamo parlato, tra le altre cose, de “Il nostro tempo”, il nuovo singolo benefico del progetto “Nemico Invisibile”, ideato da Mario Biondi, Annalisa Minetti e Marcello Sutera che vede la partecipazione in musica e voce di Dodi Battaglia, Gaetano Curreri e tanti altri artisti e musicisti che hanno aderito a questa iniziativa solidale.

Il singolo racchiude un messaggio di speranza verso il futuro ed è finalizzato a contribuire in maniera attiva al sostegno di coloro che, in questo periodo, hanno bisogno di maggiore assistenza. Infatti, quanto ricavato da questa iniziativa sarà devoluto all’Associazione Auser che, nelle varie regioni italiane, si occupa del supporto alle persone più fragili, sole e anziane.

Saranno destinate tutte le somme raccolte mediante le varie piattaforme digitali, gli introiti editoriali e le somme derivanti dalle vendite delle T-shirt dedicate, sul conto corrente bancario preposto all’ iniziativa -IBAN IT 67 X 03111 03253 000000010815 intestato a “Auser” Presso: Ubi Bank via Crociferi 44 – 00187 Roma.
Gli incassi saranno resi pubblici attraverso le pagine social create per questo scopo.

L’INTERVISTA

Dammi del tu, sono ancora sotto ai settanta!”. È iniziata così, con una battuta e un sorriso la mia piacevole chiacchierata con Dodi Battaglia.

Cantante e chitarrista dei Pooh per decenni, premiato dal prestigioso giornale tedesco “Die Zeitung” come miglior chitarrista europeo, porta avanti la sua carriera da solista.

Ecco cosa mi ha raccontato con grande cordialità e disponibilità:

Dal 21 aprile è in radio “Il nostro tempo”, il singolo benefico del progetto “Nemico Invisibile” per il quale hai donato il tuo contributo insieme ad altri artisti. La musica sposa spesso le iniziative di solidarietà e tu, da sempre, sostieni questi progetti. Qual è, secondo te, il potere della musica in questo caso?

Partiamo dal presupposto che la musica non ha mai fatto male a nessuno; credo di parlare sia per me, sia per quello che è anche l’atteggiamento dei miei colleghi artisti e musicisti dato che siamo mediamente persone sensibili che fanno della sensibilità il loro mestiere e abbiamo incluso questa caratteristica ogni volta che c’è stata la possibilità di fare del bene. Questa brutta cosa che è capitata in maniera così inaspettata ci ha colpiti e ci ha costretti a vivere una situazione per la quale non siamo mai stati abituati: essere bloccati a casa, non andare a fare il nostro mestiere in giro, non salire su un palcoscenico, non poter andare in sala di incisione. Per questo motivo fremiamo dalla voglia di fare il nostro lavoro perché viviamo di ciò, però di buono c’è che, nel corso di questi ultimi mesi, ognuno di noi si è organizzato, si è creato un piccolo studio a casa e, grazie alla tecnologia, siamo riusciti a creare un progetto unitario. Non ti nego che ogni volta che si deve organizzare un piano che prevede la collaborazione di tanti artisti, non è poi così facile trovare la stessa chiave di lettura per tutti, ma devo dire che con i mezzi di comunicazione che ci sono oggi riusciamo a scambiarci file musicali e basi al punto che è quasi come se fossimo realmente insieme nella sala di incisione. Tutto è nato grazie a questo e anche all’amicizia e alla collaborazione che ho con tutti gli artisti che hanno fatto parte di questo iniziativa, in maniera particolare con Mario Biondi con il quale ho un rapporto di vera fratellanza, tanto che lui non è voluto mancare a una mia grande occasione, ovvero quando ho festeggiato i miei cinquantanni di carriera nel 2018 (io ho iniziato a suonare con i Pooh nel 1968). Quando ho tempo a disposizione la mia risposta a queste iniziative di solidarietà è mediamente “sì”, poi avendomelo chiesto lui …Inoltre aveva aderito anche un altro amico che si chiama Gaetano Curreri, degli Stadio, allora ho detto “Sì. Mi avrete fra voi”. Non ti nascondo che sia stato un impegno mica da ridere: ho trascorso Pasqua e Pasquetta a lavorare intensamente a tutti i numerosi file, ma sono convinto di aver fatto una roba bella e seria; Mario e gli altri artisti sono molto felici di questo. Spero che porti un bel contributo all’Associazione Auser.

Nella tua carriera hai collaborato con tanti artisti e tra questi vorrei ricordare Giorgio Faletti perché, nel testo di “Un’anima”, ha scritto una frase che oggi risulta molto attuale: “Se un giorno scoprissi davvero che il mondo va visto con occhi diversi…” Ecco, secondo te, quando quest’emergenza sarà terminata, saremo veramente persone migliori?

Giorgio era un lungimirante, un artista profondo. Per usare le sue parole, per me sicuramente il mondo andrà visto con occhi diversi; non so se migliori o peggiori. Come spesso accade nella mia vita, cerco sempre di prendere l’aspetto positivo anche nelle “sfighe”. Riflettevo sullo Smart working e credo che, alla luce di quello che stiamo vivendo adesso, ci saranno tanti mestieri che non saranno più svolti in ufficio con costi di luci, riscaldamento, trasporti, ecc. ma che potranno essere svolti in toto o parzialmente da casa. Ti racconto una cosa divertente. Un mio amico psicologo, con il quale stavo commentando il momento che stiamo vivendo, mi ha detto: “Alla fine di questa brutta avventura non hai idea di quante persone si rivolgeranno poi allo psicologo”. Ed io ho annuito. Ha proseguito: “Ma attenzione però, non avranno più una lira da spendere! Io: “va beh, questi son problemi tuoi”! Per quanto mi riguarda mi sto riavvicinando sempre più agli amici veri, quelli sinceri, quelli che stando a casa la prima persona che viene in mente di chiamare sei tu e poi ci si riavvicina agli affetti più autentici. Io, ad esempio, non sono mai stato così tanto con mia figlia e mia moglie come in questo periodo e ciò è molto bello, stare insieme a guardare le serie televisive, scambiarsi le opinioni. Mi sembra quasi di vivere un po’ la mia infanzia, in cui non c’erano tanti diversivi e si stava in casa. Devo aggiungere che questi tempi più “rilassati” del solito ti permettono di riflettere su te stesso, su quali siano state le cose importanti della vita, sui tuoi ricordi, sui tuoi valori; quando si è sempre di corsa non si riesce mai ad trovare il tempo per soffermarsi e meditare sulle cose e le persone belle o brutte, importanti o meno della vita.

Giorgio Faletti è stato anche tuo compagno di squadra nelle gare automobilistiche; che ricordi conservi di quegli anni e , anche se non più a livello agonistico, stai portando ancora avanti la passione per le automobili?

Parto dalla fine della tua domanda: no, perché oltre ad essere chitarrista, cantante, autore, sono anche un po’ orgoglioso, nel senso che sono cosciente che in pista andavo molto più lento di quando ero in attività. In questi casi, a chi è “orgogliosetto” come me, capitano dei danni perché, se vuoi andare forte quando non hai più le capacità, succede che ti vai a far male e quindi preferisco lasciare stare, a parte qualche sporadica reunion di amici con i quali condividevo questa passione e con cui qualche volta prendo a noleggio un autodromo per divertirci e fare pochi giri. Gli anni con Giorgio sono stati veramente belli. Chi come me e lui ha voluto mettersi in gioco con un’attività che non era sotto i riflettori del palcoscenico e della televisione lo ha fatto perché, avendo avuto un grande successo nella vita, si è chiesto: sono veramente così forte come dicono, oppure no? Quindi per cercare delle conferme ci si mette in gioco, si indossa una tuta da corsa e ci si ritrova la sera sudato e maleodorante con meccanici e amici, scoprendo un’umanità diversa dal fatto di fare dei concerti in cui la gente impazzisce per te e ti aspetta davanti all’albergo. Lì ti ritrovi con la testa infilata sotto a un cofano a vedere se i meccanici hanno fatto il loro lavoro. Ho scoperto, appunto, molta umanità e un Giorgio che, nonostante tutti noi consideriamo attore comico, drammatico e scrittore di libri, era di una profondità e spessore pazzeschi. È stato un rapporto bello perché era al di fuori di quello normale del palco dei grandi artisti; eravamo tornati dei ragazzini con la passione delle macchine.

I tuoi fan sui social stanno manifestando il loro dispiacere sia per il fatto che, a causa dell’emergenza, il tour nei teatri sia stato interrotto, sia perchè anche l’incontro con gli iscritti e tesserati al tuo Fan Club non potrà realizzarsi. Sicuramente è presto per pianificare delle date, ma cosa si può dire ai fan come incoraggiamento per affrontare questo periodo di isolamento sociale?

Ti regalo un’anteprima: con i miei collaboratori mi sono, infatti, posto il problema in quanto avevamo promesso una reunion a Bologna in un posto fantastico, dove io mi sarei messo a disposizione dei fan per cantare e suonare qualsiasi cosa loro mi avessero chiesto e rispondere alle domande che avrebbero voluto fare. Grazie alla tecnologia di cui parlavamo all’inizio di questa chiacchierata, credo che riusciremo ad organizzare un grande collegamento con i fan, circa 500 persone, cercando di fare, almeno in parte, quello che avevo promesso. Poi, non appena sarà terminata questa emergenza, magari dopo l’estate, faremo la reunion dei fan così come era stata pensata. Per quanto riguarda invece i concerti, siamo tutti in attesa di buone notizie da parte del Governo e degli esperti per vedere se l’aggregazione di tante persone sia possibile ma, senza fare pronostici, voglio pensare che, siccome da qui ad agosto si parla della riapertura degli stabilimenti balneari e, dato che in un certo senso anche noi contribuiamo alle aggregazioni, voglio sperare che anche per noi ci sarà la possibilità di organizzarci. Sarebbe veramente auspicabile, sia per i musicisti, sia per chi fa parte del service.

Infatti il settore musica e spettacolo è stato forse il più penalizzato; tu sei Vice Presidente e portavoce del NuovoIMAIE, sai dirmi qualcosa in più sulla gestione di questa situazione e se si stanno valutando delle proposte per venire incontro alle difficoltà economiche di questo ambito?

Quindici giorni fa abbiamo approvato una cifra pari a 7.500.000 di euro a favore di tutti gli artisti che stanno subendo delle mancanze di introito a causa dell’emergenza. Inoltre, grazie all’intervento del Ministro dello Spettacolo, molto probabilmente riusciremo a liquidare una cifra che era stata accantonata dal vecchio IMAIE pari a 60.000.000 di euro circa. In questo momento credo che sia una fantastica boccata di ossigeno. L’Istituto che rappresento sta facendo veramente tanto per noi che facciamo questo mestiere.

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Sociologa Consulente in Culture Digitali e della Comunicazione | Life Coach certificato | Lifestyle Blogger