Monteruga: il paese fantasma del Salento ora sottoposto a vincolo

In Salento, un luogo dal passato misterioso e affascinante ha finalmente ottenuto il riconoscimento che merita. Monteruga, il paese fantasma situato tra San Pancrazio Salentino (Br) e Torre Lapillo in provincia di Lecce, frazione di Veglie (Le), è stato recentemente sottoposto a vincolo dal Ministero della Cultura, che lo ha designato come un sito di “interesse particolarmente importante. Questo atto di protezione è un segno tangibile dell’importanza di Monteruga e della sua storia, che si intreccia con il tessuto stesso del Novecento pugliese.

Monteruga
Chiesa di Sant’Antonio Abate a Monteruga

Storia di Monteruga

L’atmosfera surreale e quasi spettrale che avvolge Monteruga è soltanto la superficie di una storia profonda e affascinante. Il paese nacque nel periodo dell’era fascista, ma la sua vera crescita ebbe inizio dopo la riforma fondiaria del 1950. In quel periodo, numerose terre agricole vennero espropriate e molti contadini si stabilirono proprio in questa zona, popolando le strade di Monteruga. La comunità si arricchì anche grazie all’arrivo di famiglie provenienti dal meridione italiano, dando vita a un vivace borgo che in breve tempo contò oltre 800 abitanti. Questi abitanti lavoravano la terra circostante e contribuivano all’economia locale attraverso la coltivazione di prodotti agricoli.

Le strutture

Al centro di Monteruga si trovava la masseria, vero epicentro del borgo. Intorno a questa struttura si sviluppò il paesino, con la piazza principale che fungeva da cuore pulsante. Qui si affacciavano scuole, abitazioni e la Chiesa di Sant’Antonio Abate, testimoniando la vitalità e l’importanza di questo luogo nella vita quotidiana dei suoi abitanti. L’attività economica prosperava, con frantoi e altre attività che contribuivano alla crescita e alla prosperità del borgo.

Il declino del centro abitato di Monteruga

Tuttavia, il destino di Monteruga prese una svolta negativa agli inizi degli anni ’80. L’azienda agricola omonima, che rappresentava un pilastro fondamentale per l’economia locale, venne privatizzata. Questo evento segnò l’inizio del declino per il centro abitato, che iniziò a spopolarsi progressivamente fino a essere completamente abbandonato. Le strade di Monteruga furono pian piano lasciate alle erbacce e al silenzio, ma il suo fascino rimase intatto.

Centro abitato di Monteruga
struttura all'esterno di Monteruga

Il paese fantasma del Salento

Nonostante il suo stato di abbandono, Monteruga ha continuato a esercitare un irresistibile richiamo su coloro che erano affascinati e incuriositi dalla sua storia e dalla sua atmosfera unica. Persone da ogni parte hanno visitato questo paese fantasma, avventurandosi tra le sue stradine deserte e immergendosi nella suggestiva bellezza delle sue rovine. Tra le varie strutture ancora in piedi, si possono ammirare la Chiesa intitolata a Sant’Antonio Abate, un campo da bocce, una caserma, un deposito tabacchi e altri edifici che raccontano la storia del luogo.

Una delle tante strutture abbandonate di Monteruga
abitazione abbandonata di Monteruga

Il vincolo del Ministero

L’atto di vincolare Monteruga da parte del Ministero della Cultura non solo protegge il suo patrimonio storico e culturale, ma ne riconosce l’importanza come tassello fondamentale nella storia del Novecento pugliese. Questo riconoscimento garantirà che il fascino e la bellezza di Monteruga possano essere apprezzati dalle generazioni future, preservandone così la memoria e la sua significativa eredità.

Informazioni su Simona Colletta 231 Articoli
Sociologa Consulente in Culture Digitali e della Comunicazione | Life Coach certificato | Lifestyle Blogger

9 Commenti

  1. Adesso che gli alberi di ulivo circostanti sono stati abbattuti la vista di ciò che è rimasto è ancora più spettrale e desolante. Conosco e frequentavo Monteruga dagli anni ‘80 quando era ancora abitato e da allora l’ho visitato diverse volte. Per un certo periodo c’è stata una sorveglianza privata che limitava l’accesso forse perché c’era in ballo qualche progetto che evidentemente poi è sfumato. Non so che valore possa avere questo riconoscimento del Ministero, ma da quanto ho appurato pochi giorni fa gli edifici stanno pian piano crollando a causa della situazione di totale abbandono in cui versano da decenni, c’è bisogno di interventi concreti di risanamento…

    • Già, ho notato anch’io che adesso lo scenario è veramente spettrale; tutto sembra procedere verso una silenziosa ma rapida decadenza.
      Dopo il vincolo si sperava, almeno, in alcune opere urgenti di recupero ma, a quanto pare, nulla è stato ancora svolto.
      Bisognerà informarsi per capire come stanno le cose ad oggi.

    • L’entrata principale la trovi percorrendo la S.Pancrazio – Torre Lapillo poco prima di arrivare all’incrocio per Veglie

  2. Adesso che c’è il vincolo, qualcuno si preoccuperà di recuperare questa importante e affascinante memoria storica o il suo destino sarà quello di scomparire definitivamente nel degrado a cuié stata abbandonata da anni????
    Preservare la memoria è il vore storico culturale di un posto significa tutelsrlo e ridargli vita in una forma diversa.
    Sabina

  3. Quanti nobili ricordi! Un paesino di grandi lavoratori agricoli che col sudore della fronte portavano avanti le proprie famiglie dignitosamente! Poi…il declino e l’abbandono! Che tristezza!

  4. Buon giorno ho letto questa bellissima notizia che speravo da tempo mi dispiace solo che ogni volta che scendo a veglie non ho potuto visitare che mi piaceva anche perché un po’ di storia la ricordo e tante persone che hanno vissuto là si sono situate nel mio paese veglie. Spero un giorno di poterla visitare

    • Ciao Antonio, spero tu possa averne la possibilità in futuro. Seguirò con interesse gli sviluppi e le eventuali novità

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